Alla fine dell'ultimo episodio di Players Podcast il conduttore Tommaso "Gatsu" De Benetti, rispondendo ad una mail, ha detto in modo chiaro che i siti di videogiochi i grandi numeri li fanno coi quindicenni, e che per questo tipo di pubblico la qualità dei contenuti importa relativamente. Ma sarà davvero un bene seguire indiscriminatamente i gusti di questa audience?
Fornendo ad un pubblico alle prime armi un intrattenimento fine a sé stesso, che si limiti ad assecondarne voglie e capricci, si pongono le basi perché quella poca cultura che con gli anni s'è creata attorno ai videogiochi svanisca completamente. Si pongono le basi, cioè, perché iniziative di qualità come Players (dello stesso Gatsu) vedano il loro pubblico potenziale assottigliarsi sempre di più.
La mia idea è che forse le produzioni rivolte agli adolescenti dovrebbero avere anche un intento pedagogico, o, per dirla in altra maniera (ché "pedagogico" suona brutto), non dovrebbero rinunciare del tutto ad abbinare l'informazione e l'approfondimento all'intrattenimento (così come, d'altro canto, abbinare un po' d'intrattenimento all'approfondimento e all'informazione non fa mai male).
Il rischio è che, tra qualche anno, chi vorrà parlare di videogiochi dovrà farlo alla stregua di una televendita, con il gioco del momento al posto della batteria di pentole e della bici con cambio Shimano... e in fondo, un po' è già così.
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Quindi la discriminante è "rimbimbominkionirsi" (ti piace il neologismo? :D ) o combattere contro i mulini a vento! :P
RispondiEliminaOpto per la seconda!!! :)
In tal senso, per non saper né leggere né scrivere, giusto ieri ho proposto al buon Tommaso di ritornare a rinverdire vieppiù i fasti de "Il Davide Videoludico". Anzi, ti dirò di più. Il mio sogno erotico più perverso sarebbe riuscire a scomodare direttamente "Nemesis Divina" (tramite "Gatsu"...) per far intervenire anche il creatore sul suo figlio prediletto! :)
Farneticazioni a parte, per combattere radicalmente questa tendenza a breve scriverò uno "special" culturale (così la frequenza di rimbalzo del mio blog si impenna... :D ) dedicato alla letteratura videoludica di un certo livello, allestendo una vetrina verde per quel "RING" grazie al quale una certa cultura italica del videogioco s'è imposta sulla scena. (E sopravvive ancora, nonostante si lamenti spesso che "Non c'ha tempo... Troppi impegni... Sai, qua in Finlandia si lavora, mica come voi italiani..."). :D
In realtà credo che la cosa migliore sarebbe una terza strada, una via di mezzo...
EliminaMa lo sai che proprio ieri mi chiedevo:"Ma il Baffo è vivo o morto?"
EliminaE mi ritrovo questo post, che mi fa molto riflettere.
A dirla tutta, mi ritrovo pienamente con te
È vivo e lotta con noi!
EliminaMa in teoria la crescita dell'età media dei giocatori non dovrebbe influire positivamente sul fenomeno? Ovviamente la maggior parte rimane costituito da ragazzini, ma oggi la media dovrebbe essere più alta di già dieci anni fa.
RispondiEliminaPs: abbinare intrattenimento all'approfondimento a volte fa male e come!
In teoria sì, in pratica però poi chi è più grande ha più impegni, meno tempo, ed è circondato da robe rivolte ad adolescenti...
Elimina...Inoltre spesso e volentieri il presunto "adulto" è più bimbominkia del 15enne di turno, ed il cerchio si chiude. :D
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