Dopo aver speso tre ore con Max Payne 3, l'impressione è decisamente SÌ. Anzitutto, i soldi li hanno spesi, e ne hanno spesi assai, e sullo schermo si vede fino all'ultimo centesimo: la quantità e la qualità degli asset è semplicemente inarrivabile. Il livello di dettaglio, poi, è incredibile: quando ho visto che la giacca di Max si spiegazzava dinamicamente durante la corsa, ci sono rimasto...
Ma la vera sorpresa positiva è stata la giocabilità, per una volta fluida, dinamica, e appassionante, e non solo una fastidiosa incombenza tra una cutscene e l'altra. Certo, si vede che il tutto è l'ennesima evoluzione dell'engine inaugurato da GTA IV, ma siamo ben lontani dalla legnosità dei movimenti di Niko Bellic: la fisicità e la pesantezza delle animazioni, che lì finivano per essere eccessive, qui invece sono calibrate quasi alla perfezione.
In conclusione, Max Payne 3 sembra proprio essere il titolo con cui finalmente Rockstar è riuscita ad amalgare e affinare in maniera organica tutte quelle meccaniche sparacchine che, nei suoi titoli precedenti, non erano mai riuscite a decollare del tutto. Qui invece decollano eccome, e con loro anche il gioco...
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