Il terzo capitolo della saga fu quello della svolta, anzitutto tecnica: l'uso del Phong shading Gouraud Shading finalmente donò ai personaggi delle linee morbide e quella parvenza d'umanità che gli era sempre mancata, e in generale l'impatto visivo del titolo era eccellente. Anche dal punto di vista del gameplay si arrivò a maturazione, e venne fissata la formula che, sostanzialmente immutata, è arrivata fino ai giorni nostri.
Vennero abbandonati i salti che coprivano metà schermo, venne introdotto il sidestep, e il parco mosse dei personaggi, sempre più pachidermico, si arricchì del concetto delle stances, che erano delle posizioni di guardia particolari da cui si poteva sferrare un sottoinsieme specifico di attacchi, novità evidente in Lei Wulong, ma presente anche in personaggi come Hwoarang o Eddy Gordo. A lato (ma neanche tanto) le juggle combos divennero definitivamente la meccanica attorno a cui ruotava tutto il sistema di combattimento.
Tekken 3 era ambientato quindici anni dopo il secondo capitolo, per cui chi era rimasto dei vecchi protagonisti mostrava effettivamente i segni del tempo (fu allora che Heihachi diventò IL NONNO). Tutti i cloni e i personaggi fotocopia vennero segati via, e il risultato fu un roster composto da scelte tutte molto diverse tra loro. Ricordiamo (di nuovo) anche l'introduzione di Eddy Gordo, il paladino dei button masher nabbi di tutto il mondo, ma anche la prima rappresentazione davvero riuscita della capoeira in un videogioco.
Per la versione PlayStation, Namco superò sé stessa, non solo riuscendo a perdere pochissimo dalla versione coin op (che girava su un hardware leggermente più potente), ma anche infarcendola di una caterva di extra, compreso il famigerato Tekken Force. Fu la consacrazione definitiva, per una serie che da lì in poi non avrebbe mai più ritrovato lo stesso successo...
THE REVIEW OF IRON FIST TOURNAMENT:
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Parlando di successo, T3, assieme a Soul Edge uscito non molto tempo prima, segnava il raggiungimento della massima popolarita' dei picchiaduro presso il grande pubblico. Successo che rimase sostanzialmente costante fino al "canto del cigno" Soul Calibur sul DC.
RispondiEliminaIn effetti sì, chissà perché poi ci fu un tale declino dopo. La scomparsa delle sale giochi? il passaggio a PS2? Street Fighter III?
EliminaForse la troppa ripetitivita' di titoli e franchise: dopo il passaggio dal 2D al 3D, le meccaniche non sono piu' cambiate. Forse il livello di tecnicismo richiesto, mediamente alto: finita la componente "cool" con i frizzi e lazzi alla Dead or Alive, di nuovi potenziali appassionati non ne sono piu' arrivati, attratti da cose piu' immediate. Forse altro ancora.
EliminaSta di fatto che da genere partito "nerd" e in breve diventato *estremamente* mainstream per tutta la seconda meta' degli anni '90, dopo il 2000/2001 i picchiaduro a incontri sono tornati ad essere esclusivamente una passione di nicchia (per quanto eccelsa come quelal occupata da Virtua Fighter). E salvo rare fiammate come SFIV.
Maggior fortuna ha arriso ai "cugini", cioe' i picchiaduro a scorrimento: non posso non vederne i successori nei recenti titoli in cui si mazzuolano orde di zombie.
Infatti è quasi come se si fossero passati il testimone, anche se comunque i picchiaduro a scorrimento "moderni", col loro (voler) essere degli action a tutto tondo, non hanno più l'immediatezza di un Final Fight o di un Double Dragon, dato che comunque in mezzo ci devono sempre infilare storia, puzzle, etc etc. e comunque manca sempre quella componente fondamentale che era la coop a due o più giocatori.
EliminaIo un gioco con le meccaniche di combattimento di Batman ma, appunto, solo combattimento, e magari multiplayer e visto di lato (come in uno dei DLC) lo comprerei a occhi chiusi...
Sarà da vedere Anarchy Reigns...
Mitico Tekken.. ma usava Gouraud shading, non Phong, che tecnicamente, richiederebbe almeno la PS3.
RispondiEliminaSai che ero in dubbio? Vedendo su Wikipedia m'ero convinto fosse Gouraud... correggo!
EliminaEffettivamente, nelle dovute condizioni e' difficile da distinguere 8)
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