Questa seconda stagione di Mad Men punta i riflettori, come già notato altrove, sui personaggi femminili del cast. Occhio, però: non è che il tutto diventi la versione vintage di Desperate Housewives, anzi... Draper e colleghi ci sono sempre, semplicemente stavolta si dividono equamente il palcoscenico con colleghe, mogli, fidanzate ed amichette varie. Un palcoscenico dove ci si prende tutto il tempo e la calma necessari per seguire, raccontare e osservare questa varia umanità.

La caratteristica che più mi è rimasta impressa di questa stagione di Mad Men, ma in realtà in generale di tutta la serie finora, è come la narrazione sia lenta, tranquilla, senza ansie... in questi primi anni 60, sicuramente idealizzati per carità, c'è un'assordante assenza di traffico, di cellulari, di computer e internet... tutti feticci del vivere moderno al cui posto si ritrovano comode bevute di whisky in poltrona, accompagnate da sigarette fumate in maniera altrettanto leggera e disimpegnata.

È quest'atmosfera, forse, la carta vincente di questa serie... guardandola non si ha il brivido delle montagne russe, lo stupore per il colpo di scena continuo... no, guardare Mad Men somiglia più all'affacciarsi dal finestrino di un'auto, durante una sonnacchiosa gita fuori porta primaverile... e godersi semplicemente la novità, quel genere di novità insita in ogni panorama da sempre conosciuto.

Una serie dedicata a chi vuole smettere di bere

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