In questi giorni mi sto godendo Lone Survivor, un gioco horror indie dalla grafica pixellosa, ma dotato di un'atmosfera magnifica, in grado di ricordare i Silent Hill dei tempi migliori. Un po' di proposito, un po' per necessità, me lo sto giocando a notte fonda, in cuffia, con le luci spente, il portatile che tengo sempre a portata di mano chiuso, il cellulare e l'iPad silenziati. Una condizione di isolamento totale, insomma, grazie alla quale posso assaporare appieno questo titolo. Ma si tratta di un'eccezione notevole...

Negli ultimi giorni ho scritto come al solito diversi post su Indie Vault, ma in particolare due: uno era una lunga e interessante disamina di Daniel Cook sul problema della clonazione dei giochi, mentre nell'altro c'era Jade Raymond che si preoccupava che le nuove generazioni possano trovare i videogiochi troppo distanti dai problemi sociali e politici del mondo reale. Uno dei due ha fatto finora 89 commenti, l'altro nessuno.

Spartacus: Gods of the Arena è un prequel più che apprezzabile, che ripropone ancora una volta l'abbondanza di sesso, violenza e intrighi che aveva fatto la fortuna del suo predecessore, e la ripropone in una veste sicuramente più curata e matura dal punto di vista realizzativo.

Oggi il meglio del più meglio è Super Ninja Warrior Extreme, un Super Meat Boy coi ninja. Per gli appassionati del "mandate a letto i bambini" c'è The Houchi Play 放置プレイ, un gioco proveniente dal Giappone dove s'impersona un maniaco cinquantenne che tenta di approcciare delle dolci fanciulle (tra)vestite da camiererine zozze. Wanderer ha delle buone idee, ma le realizza così cosà. Mayfly's Castle ripropone i ninja, ma in versione stealth e con una realizzazione un po' troppo grezza. Chiude Car Washer Summer of the Ninja (i ninja sono i nuovi zombie?), una roba abbastanza inqualificabile.

Ovviamente, essendo venduta come serie fantasy, temevo (nonostante le tante rassicurazioni) che Game of Thrones fosse il solito polpettone indigesto... e invece no.

Game of Thrones è una serie validissima, che con la sua trama ricca di intrighi a corte (con relativa abbondanza di fornicazioni e ammazzamenti sanguinosi) si colloca molto più dalle parti di Rome che non da quelle di Tolkien e dintorni.

Traitor è uno sparatutto a scorrimento verticale organizzato in missioni. La struttura è semplice: si fa una missione, si guadagnano soldi, si comprano potenziamenti, e via daccapo fino alla fine. La trama che fa da cornice al tutto però è ben narrata (Traitor è stato creato da Jonas Kiratzes, già autore di Alphaland), e l'accompagnamento musicale (di Chris Davis) è ottimo.

Ohhh, dopo tanto tempo finalmente l'ennesima nuova rubrica su questo blog. In che consiste? Una serie di microrecensioni (stile XBox Live Indie Brevis) di singole puntate di serie che seguo e di cui, per un motivo o per un altro, non parlo in post a parte. La maggior parte cartoon, ma ci infilo dentro pure il dottore zoppo, ché in fondo pure lui un po' cartoon lo è.

Ovviamente l'immagine del post non poteva che andare alla barbara ben svestita di Age of Barbarians, ma per il resto tanta roba anche stavolta, tra rimasugli della Game Developers Conference, giochi che cambiano nome, l'angolo di Jonathan Blow, etc etc. Cliccate, cliccate, cliccate, e dite che vi manda Recensopoli!

Draw Something è un Pictionary in versione digitale, per iOS: si sceglie una persona con cui giocare (dai propri contatti Facebook, tramite email, o anche a caso), si disegna una parola (per ora solo in inglese) da farle indovinare, e le si invia tutto. L'altra persona riceve una notifica, indovina (o meno) la parola, e a sua volta disegna un'altra parola... e così via, a oltranza, e anche portando avanti più partite con più persone diverse contemporaneamente.

Se siete fan del fumetto, la tirata finale di questa seconda stagione di The Walking Dead, e soprattutto l'episodio finale, NON possono non avervi fatto saltare sulla sedia (come del resto confermano il dottore e Giopep). E se non siete fan del fumetto?

Strutturalmente Monster è uguale a 20th Century Boys, e affronta tematiche simili (anzitutto, quella dell'identità personale). Il tutto però è declinato in maniera più realistica: non ci sono incursioni nella fantascienza e, in generale, si rimane sul piano della plausibilità. E ciò finisce per rendere ancora più cupi e disperati gli scorci di follia di cui quest'opera è punteggiata.

Se fossi un videogiocatore PC...

...passerei più tempo a configurare i settaggi dei giochi che a giocare.

...passerei più tempo a configurare il nuovo hardware comprato con la scusa che serve per i giochi, che a giocare.

Dice "mbeh se voglio fare il videogiocatore artista devo per forza prendermi 'sto straminchia di Journey?" No caro amico benaltrista, se vuoi fare l'artista alternativo agli alternativi puoi buttarti su Treasure Box, punta e clicca flash proveniente dal Giappone che ricorda Windosill, ma declina il genere del "clicca e vedi che succede" con un'estetica che ricorda certi esperimenti d'animazione dell'Europa dell'est negli anni che furono.

Oggi quintetto così così, diciamo con delle potenzialità. Apre le danze My Cat vs Zombies Ep I, un free roaming visto dall'alto che risponde alla domanda "e se i gatti fossero gli unici sopravvissuti ad un'epidemia zombie?". Prosegue Dream Divers, il gioco delle sommozzatrici nippozozze che dimostra che oltre le gambe c'è di più. Oil Magnate risveglia nostalgie amighiste con la scusa del gestionale petrolifero, e Attanck!3 continua imperterrito a riproporre i carri armati ASCII. Chiude Freeze Everything, un platform carino, ma in evidente stato embrionale.

Tecnicamente, Journey si potrebbe definire un puzzle/platform esplorativo: il protagonista può solo muoversi e, previa "ricarica" tramite determinati oggetti nello scenario, saltare/volare per brevi tratti. Il tutto declinato in vario modo lungo la breve durata del gioco (ci vogliono dalle due alle quattro ore per portarlo a termine). Ma è proprio nel modo in cui Journey declina questo viaggio, che sta il suo perché.

La star di oggi è Redshift, un bullet hell che va anche al rallentatore per riprodurre le (ormai vetuste) prodezze di Neo in Matrix. Ma abbiamo anche l'ottimo Birth Order, altro bullet hell caratterizzato da un'interessante twist, e Retro Arcade Adventure, uno Smash TV con le spade (o uno Zelda senza avventura) molto ben fatto. Chiudiamo con l'inspiegabile IC4 (uno shoot'em up in cui si spara con i grilletti, mmm?) e con l'inutile Jigsaw Jumble (puzzle su XBox!).

Care amiche e cari amici bentornati al post riepilogone di tutte le robe che scrivo su Indie Vault. Anche stavolta tanta, troppa carne al fuoco, di nuovo perché ho lasciato passare un po' troppo tempo dall'ultimo episodio, e vabbè. Si parla tanto di GDC e, avendola seguita per la prima volta da vicino, devo dire che è un evento davvero interessante, specie se il vostro interesse per i videogiochi va oltre il premere SHIFT e RUN/STOP. Come al solito cliccate, cliccate, cliccate, commentate, apprezzate, e dite che vi manda Recensopoli!

Oggi vi segnalo Classic Game Room, un sito enorme e straripante di videorecensioni di videogiochi. Dice "eh vabbè capirai, come tanti altri", e invece no, è un sito molto diverso dai soliti a cui siamo abituati, perché unisce la schiettezza e la passione di blog e forum con l'abbondanza di articoli tipica dei portali maggiori. Un'abbondanza costituita quasi esclusivamente da recensioni: la presenza di news o altra roba copiaincollata è meno che minimale. Evvai!

Irredeemable era già passato da 'ste parti, e s'era detto che, dopo una partenza a razzo, la storia s'era un po' arenata. Il momento di stallo però è stato superato, e negli ultimi numeri la narrazione ha assunto un respiro progressivamente più ampio, ampliando l'orizzonte degli eventi a livelli sempre più cosmici e trascendenti. In fondo, il protagonista è una semidivinità, no?

Fez vi incuriosisce, ma vi siete rotti di aspettare che quell'hipster frignone di Phil Fish lo faccia uscire? Per ingannare l'attesa potete giocarvi questo Sky Island, platform in tutto e per tutto simile al titolo di Fish (anche se, in realtà, entrambi hanno un grosso debito nei confronti di Super Paper Mario).

Secondo me, il problema principale dell'industria videoludica nipponica è che le console next gen in Giappone non hanno sfondato (parlo di XBox 360 e PS3, non di Wii, né delle portatili). Ciò ha creato una mancanza di mercato interno, e quindi le software house del Sol Levante hanno dovuto proiettarsi completamente verso l'occidente.

L'altro ieri David Cage ha tirato fuori dal cilindro Kara, una tech demo in cui si può vedere un assaggio della tecnologia che impiegherà nei suoi prossimi giochi, incentrata sul fotorealismo e sulla riproduzione delle movenze e delle espressioni umane. La mattina dopo RRobe commenta che il mondo dei videogiochi soffre di un complesso d'inferiorità nei confronti di quello del cinema, cercando una validazione culturale che in fondo non serve, essendoci già il riscontro del pubblico. A dire il vero però...

Il titolo e l'immagine d'apertura oggi vanno a Bit Digger, un Minecraft isometrico bello da vedere ma povero da giocare, però tutto quello che ha a che fare con il titolo di Notch tira, quindi approfittiamo va'! Il campionissimo della giornata invece è Astral, un puzzle game artistico francese molto bello da vedere, ancora più bello da ascoltare, e ipnoticamente rilassante da giocare. Bellino anche Brittle, altro puzzle game, e pure Craftimals ha un suo perché. Premio simpatia ribelle per Paper RPG.

Inanellando una two-hit combo mica da ridere, ho infestato anche il sedicesimo episodio di TIScast, dopo che m'ero intromesso già in quello precedente. L'occasione è stata ghiotta, dato che era presente anche Paolo Giaiero, il traduttore di Dear Esther, e ho avuto l'occasione di fargli qualche domanda sul lavoro che ha fatto per il gioco, dopo tutte le polemiche che à scatenato.

Oggi nessuna rivelazione indie, ma un po' di giochi che in fondo fanno il loro lavoro... Flycatcher fa riscoprire il piacere del dondolio ragnatelesco, Transgression riporta ai tempi di Joust, Startfighter 2-9 dimostra che i typo si nascondono anche dietro le grafiche migliori, e SOLAR ANNIHILATION prova che anche il cugino povero di un gioco più famoso può avere il suo perché. Chiude zombie crossing, rimandato a settembre perché, nonostante delle buone idee, è davvero troppo tirato via...

Qualcuno dice che Zerocalcare ricorda Andrea Pazienza: io Paz lo conosco solo di fama, per cui di mio posso dire solo che lo stile dell'autore romano mi ha ricordato molto un certo modo di fare nipponico: disimpegnato e scanzonato, ma comunque serio, profondo e penetrante, ma sempre lieve e leggero.

La trovata di questo Swindler (realizzato dagli ottimi tizi di Nitrome, già visti in precedenza da queste parti) sta nell'abbinare un gameplay che consiste nel ruotare lo schermo al posto del protagonista (una roba già vista in passato) con la presenza di 'sto filo di moccio, che si allunga indefinitamente e s'attorciglia lungo i vari elementi dei livelli.

Ogni tanto mi arriva qualche sparuto comunicato stampa videoludico: dato che da queste parti le news hanno poco spazio, spesso mi limito ad una lettura distratta, e finita lì. Puntualmente però mi capita di leggere le stesse parole, più o meno modificate, nei siti che invece le news le trattano. E fin qui, vabbè, può piacere o non piacere, ma le news questo sono, e la maggior parte delle volte c'è davvero poco da approfondire (e poca voglia o poco tempo/modo di farlo)...

Poco più di una settimana dall'ultima volta, ma di nuovo tanta roba, e parecchia pure interessante... cliccate, cliccate, cliccate, andate con fiducia su Indie Vault e dite che vi manda Recensopoli...

Se c'è una cosa che mi fa completamente cascare le ballz quando sento parlare di un gioco, di un film, di una serie tv, o di un quiz a premi pigliatutto lasciaoraddoppia, è quando la gente giudica le cose per ciò che non sono. Il film di mazzate che "non ha trama". Lo sparatutto multiplayer che "non ti lancia un messaggio". Ma anche l'avventura grafica che "è una palla perché non ammazzi nessuno". O il film impegnato che "parlano tutto il tempo e basta". Che senso ha?