Rob Liefeld: amato dalle donne, odiato dalle loro vittime (non sembra, ma questa frase ha un senso), celebrato disegnatore di fisionomie aliene. Robert Kirkman: maestro del dialogo e del cliffhanger, apprezzato sceneggiatore di The Walking Dead e Invincible. Il loro team up ha prodotto The Infinite, che può essere descritto come Enrico Papi che conduce Superquark o Gerry Scotti veejay giovane di MTV.
Detta in altri termini, si tratta di due mondi fondamentalmente incompatibili, che interagendo tra di loro producono un risultato finale che non fa altro che evidenziare i difetti e le mancanze di entrambi. Liefeld ha bisogno di sceneggiature BUM BAM BIM (vedi Hawk & Dove) per disegnare le sue splash page e quelle due/tre pose plastiche che gli vengono (più o meno) bene, e Kirkman invece ha bisogno di un disegnatore che sappia cosa sia l'espressività per veicolare i suoi lunghi dialoghi e... Liefeld? espressività?
E così si finisce per notare come il buon Rob non disegni uno sfondo che sia uno, come tutti i suoi personaggi abbiano i lineamenti del volto asimmetrici (ma a tal proposito ho una mia teoria), e come i denti digrignati e la mascella serrata NON siano sempre la scelta migliore per illustrare i dialoghi. Kirkman un po' ci prova coi suoi soliti trucchetti - sottotrame, misteri e cliffhanger - e con una trama a base di viaggi nel tempo e paradossi, ma proprio non gli riesce. Vedremo nei prossimi numeri? Forse, ma anche no.
Robert Kirkman e Rob Liefeld: le facce già dicevano un po' tutto... |
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