Spesso la gente mi ferma per strada e mi chiede: "Recensopolo, ma quali sono gli indie XBox che hanno più segnato questo 2011?". Visto che siamo all'ultimo giorno utile per rispondere a questo annoso interrogativo, procediamo immantinente all'assegnazione dei RECENSOPOLI'S XBOX LIVE INDIE AWARDS 2011!

Oggi il reginetto del quintetto è un gioco di ninja che si nascondono, ma vale la pena dedicare anche qualche attenzione al gioco degli indie che sono stati nascosti nella dashboard. Non male neanche il gioco dell'UFO che distrugge il mondo e il platform del fagiolo che sembra un rene. Rimandato a settembre il tower defense rimasto alla fase alpha.

Tra le centinaia (migliaia?) di cloni di Street Fighter II: The World Warrior, questo Monster Maulers è forse uno dei più originali. Uscito nel 1993 - due anni dopo il titolo Capcom - questo coin-op a marca Konami si distingue perché tra gli avversari annovera cervelli giganti, draghi, piante carnivore, e varie altre creature più tipiche di uno sparatutto a scorrimento che di un picchiaduro a incontri (e infatti il cervellone e il drago provengono dritti da Salamander e Gradius).

La star di oggi è l'ennesimo gioco impegnato dei Silver Dollar, dedicato stavolta ai drammi di un senzatetto. A proposito di rimanere senza soldi, il secondo titolo del quintetto odierno è un simulatore di videopoker (ci voleva, eh!). Chiudono il seguito del gioco del carro armato ASCII, il gioco dei versi degli animali, e un'utilissima app per sollazzarsi con fontanelle di pixel.

Giorni fa ho approfittato degli sconti di Steam e ho preso il malloppone dei DLC per Batman: Arkham City. Giudizio brevis: la skin di Batman in versione Cavaliere Oscuro è figa, Robin fa tutto il serio ma sembra solo un bambacione col broncio, Nightwing ha la faccia come il c**o, le mappe stealth non m'interessano, le mappe combattimento nel Challenge Map Pack sono carine (in sostanza sono due variazioni sul tema del survival a oltranza), e soprattutto c'è la mappa Freight Train inclusa nel DLC di Robin, che è un tuffo nel passato dei picchiaduro a scorrimento.

La star di oggi è un clone di Super Mario Bros con protagonista un orsetto dai controlli un po' troppo nervosetti. Special guest star un lontano discendente di Frogger che in fondo si lascia giocare. Poi visto che è periodo concludiamo con l'app per mandare cartoline di Natale, il giochino a chi preme prima il pulsante - in versione natalizia - e lo screensaver natalizio dei Silver Dollar.

"Recensopolo ma basta con 'sto Natale, celebrazione pagana del consumismo a uso e consumo della gretta borghesia capitalista!" Eh sì, il Natale è occasione di travaso di bile per tutti i fintoalternativi del mondo, ma per fortuna c'è il gioco della domenica di oggi a dissacrare questa amata/odiata giornata. Dato che Recensopoli è un blog aggarbato, mi limito ad anticiparvi che Merry Schmess Frenzy implica Babbo Natale, delle scatole di fagioli e parecchi abbassamenti di pantaloni.

Buon Natale pregiati lettori! Buon Natale fascinose lettrici! Dice che i cinepanettoni stanno passando di moda, quindi è sicuro che tra un paio d'anni ce li ritroveremo assurti a capolavori da riscoprire andando oltre "il pregiudizio di una certa critica". Per farvi trovare preparati all'evento non potete perdervi questa spassosissima ma anche puntualissima serie di post in corso sul blog Seconda Visione, in cui si stanno recensendo uno ad uno tutti i cinepanettoni mai usciti, a partire dal primissimo Vacanze di Natale del 1983. Di seguito breve estratto dalla rece proprio di quest'ultimo film, così vi si invoglia al click.

Per questa intro userò il potere del neologismo: quest'oggi abbiamo un ottimo nascondizombie, un saltincorsa tridimensionale carino, un picchiascorri acerbo, uno sparanalogico scopiazzone, e una filmavventura futuribile con la protagonista zozza. Non benissimo, non malissimo, e nonostante tutto gli zombie continuano a vincere!

Se siete appassionati di Gears of War e avete qualcuno con cui affrontarlo in multiplayer, il corposo atto extra contenuto in questo DLC - se giocato almeno a livello difficile - è ricolmo di azione e di scontri epici ed elettrizzanti, con un'orchestrazione delle battaglie che spesso costringe a spostarsi da un punto all'altro delle mappe, e che non di rado richiede diversi scambi di fronte prima che i fucili cessino di sparare.

S'era già detto che l'assenza di Nathan era stata ottimamente compensata dalla new entry Rudy, e che le prime puntate della terza stagione avevano rassicurato sulla tenuta della serie. La qualità è rimasta alta anche per le puntate successive, ma il finale farà sicuramente alzare più di un sopracciglio.

All'inizio Dexter era un vero e proprio "diario di guerra del Punitore" di un serial killer solo incidentalmente "votato" al bene, ma col tempo il protagonista - tra matrimonio, figli e famiglia - si è ampiamente umanizzato e urbanizzato. Per questo motivo forse la serie ha cominciato a tirare sempre più in ballo i coprotagonisti, e questa sesta stagione non fa eccezione - non che sia necessariamente un problema, ma un po' si sente la mancanza del vecchio Dex.

Dice: "Recensopolo ma che fine hanno fatto le videorecensioni?" Eh lo so, purtroppo un po' la mancanza di tempo, un po' la mia inesperienza con microfonamenti e montaggi video, mi hanno portato a lasciarle in disparte. Ultimamente però sono stato contattato da Neo Geo 82 e, insieme a Mashiro Tamigi e Musehead, abbiamo realizzato questo video in cui ognuno di noi consiglia un gioco più o meno misconosciuto del 2011 (o, nel mio caso, del tardissimo 2010). Enjoy e stay tuned (ma senza trattenere il fiato, eh) per la seconda parte!

Sean e Beverly sono marito e moglie, ma sono anche gli autori di una sitcom inglese che in patria riscuote grande successo. Un produttore americano li contatta e li convince a trasferirsi a Los Angeles per scrivere il remake a stelle e strisce della loro serie. Ovviamente si ritroveranno a essere i classici pesci fuor d'acqua, e dovranno accettare molti compromessi nella lavorazione del remake, il primo dei quali sarà Matt LeBlanc - sì, il Joey di Friends - nel ruolo di protagonista. Un Boris formato hamburger? Sì e no.

Il nuovo gioco flash di Terry Cavanagh (qui le sue altre apparizioni su questi lidi), creato in collaborazione con Increpare (lo sapevate che sono coinquilini? ora lo sapete). Story game breve, ma intenso, accompagnato da una colonna sonora degna di nota e sotteso da un concept intrigante - uno di quei giochi insomma che ti lasciano un po' così dopo averli finiti.

Titolo scaricabile uscito nel 2009 per XBox 360, acclamatissimo forse anche al di là dei suoi meriti oggettivi, Shadow Complex è un metroidvania bidimensionale nella struttura ma tridimensionale nella grafica (e anche in qualche occasionale e breve spezzone di gameplay). Pur non essendo forse quel capolavoro che si disse all'epoca, rimane comunque un'esperienza estremamente godibile, che ribadisce ancora una volta la natura vincente della formula inventata da Super Metroid.

Portal 2 è fatto di contrasti. La perfezione geometrica degli enigmi contro lo stato di disfacimento delle ambientazioni, le dimensioni contenute delle stanze contro quelle enormi della struttura che le contiene, la patina ovattata degli interni contro l'aspetto ruvido e metallico dei "dietro le quinte". E, soprattutto, la natura agghiacciante della situazione in cui ci si trova che fa capolino - nello sguardo vitreo della muta protagonista - tra le crepe di una narrazione che è per il resto fortemente improntata su un riuscitissimo registro comico.

Capita delle volte di imbattersi in qualcosa che ci risveglia mille ricordi. Non parlo di quegli attimi in cui, rivedendo la pubblicità del vecchio Tartufone (leggasi tartufon), ti viene in mente quell'altra pubblicità con il bambino che grida "papà, papà, guarda: UN POLLO!", ma di quei casi in cui dici "ma cazzo, 'sta pubblicità è pari pari a quella barzelletta che mi hanno raccontato 10 anni fa!". Riuscirà il mitico Belial a risvegliare in voi lo stesso dolce sentimento?

Che incredibile coincidenza! L'altro giorno m'imbatto nel gioco flash del Nyan Cat, e oggi me lo ritrovo pure tra gli XBLIG! A parte questo serendipico gioco, la vera star di oggi è un tower defense atipico e geniale creato dallo stesso autore di Escape Goat, ma abbiamo anche un gioco di corse visto dall'alto che non è affatto male. Chiudono in bruttezza un FPS zombie natalizio giocabile ma dalla grafica diversamente bella, e la seconda parte del manualone virtuale per inciuciare le tipe in discoteca.

Sabato scorso ci sono stati gli Spike Video Game Awards: tanti bei trailer in esclusiva (potete vederveli tutti qui), ma per il resto una tristezza assurda. I premi assegnati in fretta e furia, gli ospiti che non c'entravano una mazza coi videogiochi, i tristi e imbarazzanti siparietti con la povera Felicia Day... volevo scriverne , ma poi ho trovato questo post scritto da Jason Schreirer - firma freelance di Wired, Edge, Eurogamer e altri posti simili - che più o meno diceva tutto quello che avrei voluto dire io, e che potete trovare tradotto qui di seguito...

Oggi salvataggio in corner della rubrica grazie ad un fedele lettore del blog (grazie Diego!) che m'ha segnalato un platform proveniente dalla Francia eppure con delle qualità. Meno male, perché per il resto abbiamo un gioco di conigli dove però non si fornica come conigli, un twin stick shooter spartano di nome e un po' pure di fatto, l'ennesimo Babbo Natale indie, e un clone di Pong discretamente impresentabile.

Della miriade di robe stupide, inutili e odiose che internet sforna quotidianamente, il Nyan Cat è forse quella che ultimamente mi è stata più sulle palle. Ché poi intendiamoci: non è il video in sé che mi dà fastidio, ma i milioni (letteralmente!) di persone che ci muoiono dietro. Evvabbè. Ad ogni modo, ci hanno fatto il gioco - beh, a dire il vero, ne hanno fatti diversi, ma questo Nyan Cat FLY! è l'unico degno che ho trovato. Anzi, dirò di più, è pure divertente!

Se devo dire la verità, Batman: Year One non è uno dei miei ricordi fumettistici preferiti. Racconto degli esordi di Batman (fortemente ripreso anche nel Batman Begins di Nolan), creato da Frank Miller e David Mazzucchelli, Batman: Year One non ha né l'epicità e la potenza di The Dark Knight Returns, né è al livello - secondo me - di quel Born Again anch'esso opera del duo Miller/Mazzucchelli. Ciononostante ero curioso di vedere questa trasposizione animata, specie dopo la prova tutto sommato positiva di All-Star Superman.

Oggi per puro caso alta concentrazione di sparatorie: si parte con un run'n'gun ignorante e sanguinolento, per proseguire con un altro run'n'gun più ragionato e attento, e ancora uno shoot'em up da artrosi fulminante all'indice, e un twin stick shooter in arena con un motore grafico 3D da far invidia alle DirectX 11 di Batman: Arkham City su PC. Chiude le danze in bruttezza un clone di Zelda con una grafica degna del moto di disgusto e disprezzo di ogni fine intenditore di arti visive da qui all'eternità.

Oggi apriamo con due giochi che interpretano le profondità marine in maniera diametralmente opposta: in uno c'è il buio e l'inquietudine, nell'altro semplicemente una marea di pesci pronti ad abboccare... si prosegue con una camerierina giapponese zozza impegnata in un platform interessante ma legnoso, e con l'ennesimo gioco di biliardo di Maximinus, per finire con un twin stick shooter nipponico molto storto ma anche molto JPop.

L'animale videogiocatore dovrebbe essere - per definizione - un qualcuno che spende il suo tempo a salvare principesse e pestare alieni. In realtà spesso l'esemplare di suddetta specie spende altrettanto tempo - e in alcuni casi limite molto più tempo - in attività collaterali che col videogioco non hanno poi molto a che fare. Queste attività finiscono con diventare dei veri e propri meta-giochi, e di seguito ne vedremo cinque tra i più comuni...

"Verso il mondo dei videogiochi, dove tutto è luce e colore" diceva una pubblicità di quasi 20 anni fa. BIT.TRIP RUNNER rispetta appieno questa visione primigena del videogioco, e trasporta in un mondo che sembra essere il futuro del videogame così come ce lo si sarebbe potuto immaginare nei primi anni 80 - un mondo da attraversare di corsa come in Canabalt, ma con la precisione (e le sonorità) di un rhythm game.

A 'sto giro vacche magre - tante buone intenzioni, ma risultati così così. Partiamo con uno shoot'em up coi draghi un po' troppo frustrante, proseguiamo con un gioco da tavolo molto carino - se si hanno meno di cinque anni - e con un simil tower defense che diverte ma non convince. Chiudono la serie di oggi un twin stick shooter ambientato in mondi bizzarri, e il Babbo Natale rock...!

Il predecessore gratuito di Super Meat Boy è in realtà molto meglio di quanto ci si potrebbe aspettare: certo, mancano tutte le rifiniture e gli extra della versione a pagamento, però la giocabilità è quella, e lo stile pure, per cui se siete tirchi e arcigni e non volete sborsare un euro, o se l'euro l'avete già sborsato, ma volete provare anche questa variante del platform più f.d.putt. che ci sia...

Avevo iniziato a vedere le puntate della seconda stagione di The Walking Dead una ad una, ma alla fine ho capito che questo telefilm va necessariamente visto a quattro, cinque, sei puntate alla volta - diciamo un arco narrativo alla volta - perché è un telefilm che, come giustamente osservato altrove, costruisce piano piano le sue trappole per poi farle scattare tutte quante all'improvviso. E uno stile narrativo così con gli episodi singoli ci fa davvero a cazzotti.

Oggi quintetto indiegeno di un certo livello - anche se non sono tutte ciambelle riuscite col buco, siamo lontani da certi punti bassi degli ultimi giorni. Reginetto del post un gioco coi ninja, che zitto zitto semplice semplice si fa pure giocare. Also starring un platform col cappello che però se la prende un po' troppo comoda con le tempistiche con un po' di bug per fortuna risolvibili, un clone di Defender bello bellissimo da vedere ma non fluido quanto dovrebbe, un gioco giapponese molto giapponese, e un puzzle/shooter in terza persona che dai, almeno ha una grafica passabile.

"Sempre davanti a quei caz di videogiochi!", cari amici quante volte abbiamo sentito questa frase, prima dalla mamma, poi dalla fidanzata - e in futuro dalla figlia? - ma ormai i videogiochi non sono più la scintillante novità appena sbarcata dall'America, così che negli anni l'homo videogiocanticus ha evoluto tutta una serie di giustificazioni per il suo misogino hobby...