Siamo nel 2008 e, nel pieno fiorire della moda zombie, anche Garth Ennis decide di dire la sua con una miniserie di dieci numeri. La particolarità di Crossed è che gli infetti non sono esseri privi di volontà e coscienza, bensì delle persone "normali" che però hanno perso ogni forma di autocontrollo e si lasciano andare ad ogni più minimo istinto violento o perverso - insomma, si trasformano in una versione estrema del T.C. di Preacher.
Potenzialmente i numeri perché ne uscisse un qualcosa di ottimo c'erano tutti - Ennis ha mostrato più volte di essere molto abile nel tratteggiare montanari e redneck vari, a partire dal succitato T.C. e dal suo compagno di merende Jody - però in Crossed c'è qualcosa che non va. Da un lato ci sono i protagonisti, che spesso sanno un po' troppo di generico. Dall'altro Ennis sembra stranamente reticente - tranne che in un paio di casi - nel portare alle estreme conseguenze la premessa di avere un mondo brulicante di esseri il cui unico scopo è uccidere e stuprare.
Ciononostante la serie scorre comunque liscia, grazie alle sempre eccellenti doti di scrittura dell'autore irlandese, e, per quanto non sia memorabile, rappresenta comunque una valida distrazione. Rimane comunque un po' l'amaro in bocca, sapendo che si poteva fare di più (e sapendo che Ennis è stato capace di fare molto meglio, partendo da premesse simili). Estemporaneo.
Il titolo della serie deriva dal fatto che agli infetti esce 'sto sfogo in faccia |
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