Super Meat Boy ha diversi punti a suo favore: gode dell'estetica malata di Edmund McMillen, è infarcito di citazioni a classici del passato, omaggia diversi altri giochi indie contemporanei permettendo di usarne i protagonisti, ha una marea di livelli segreti e non... la cosa fondamentale però è che è un gioco immediato e che si controlla alla perfezione, tanto che si finisce per perdonargli la crudeltà gratuita del suo level design...

Il gioco reginetto di oggi è un platform molto pixellosamente bello che arriva dai soliti USA petroldollari, ma per il resto c'è mezzo mondo: uno sparatutto a scorrimento saudita con i protagonisti mangosi, un twin stick shooter italiano con le mummie egiziane, un first person shooter spagnolo con gli zombie verdi fritti, ed un platform inglese con i poligoni euclidei!

Per il seguito di Batman: Arkham Asylum la Warner ha cacciato fuori i soldi, e si vede: Batman: Arkham City migliora ogni aspetto positivo del suo predecessore, ne lima sapientemente i difetti, e ambienta il tutto in un mondo di gioco esponenzialmente più ampio, portato in vita da un Unreal Engine mai così tirato a lucido.

Vi ricordate Daniel Sun e la sua serie degli Armed with Wings? Questa settimana Daniel ha fatto uscire l'ultimo capitolo di questa saga di picchiaduro. Si tratta di uno spin-off che mette in campo un nuovo, interessante sistema di combattimento, ma che - essendo in pratica il campo di prova per il motore che muoverà i prossimi capitoli della serie - dura poco ed è in generale un po' povero dal punto di vista della storia e della progressione. Ad ogni modo si tratta di un gioco più che valido per gli appassionati delle mazzate uattà, e alla fine c'è pure una sorpresina per i fan del secondo capitolo e del suo indimenticato protagonista...!

Oggi partiamo con l'antenato indie di Serious Sam: Double D, e proseguiamo in scioltezza con un platform che sembra uscito dritto da qualche floppy Amiga. Also starring il Breakout per televisori 3D, un librogame con le tipe zozze, e un robo per creare robe in 3D pixelloso.

Nell'epoca dei gigahertz e del full HD, cos'è che spinge alcuni a tornare ai giochi di decenni prima, ai loro pixel quadrettoni e al loro sonoro che un bip era una sinfonia? Dopo attenta rimuginazione, Recensopoli ha prodotto la lista de LE SETTE OTTO MOTIVAZIONI DEL RETROGAMER, che trovate proprio qui sotto toh!

Ieri mattina leggo questo e finisce che passo metà giornata a leggere in rete delle gesta di vari RLSH, alias Real Life Super Heroes, alias persone che si infilano le mutande sopra i pantaloni e si mettono a fare i supereroi nella vita reale, alla Kick-Ass per intenderci. Ieri sera per coincidenza apprendo da qui dell'esistenza di un documentario del 2011 dedicato alle prodezze di questa gente, e a quel punto capisco che è un segno del destino e devo vedermelo. Superheroes presenta con sguardo bonario - ma anche disincantato - diverse di queste persone, rivelandone le prevedibili fragilità, ma mettendone anche in luce gli insospettati punti di forza.

Oggi ci rifacciamo di un po' di settimane fiacche nella scena XBLIG con un ottimo platform che è come sarebbe stato Boulder Dash se l'avessero creato i programmatori di Terraria. Comparse in maglia rossa un ottimo puzzle game che però comunque è un puzzle game, uno shoot'em up fantasy con elementi RPG un po' incasinato, un platform brutto ma non così brutto, e uno shooter non brutto ma ancora più brutto.

Dopo una terza stagione dov'era un po' mancato l'equilibrio, Chuck torna con un'altra, lunghissima serie di episodi. Stavolta il bilanciamento tra comicità e "seriosità" è migliore, soprattutto perché c'è meno spazio per le uscite ninja del Chuck versione Intersect 2.0. La vera nota stonata della stagione è la relazione tra Chuck e Sarah che, privata di ostacoli, diventa un po' stantia e melensa, e perde molto del pepe che aveva avuto nelle stagioni precedenti. In ogni caso, tutto il resto funziona egregiamente e soprattutto c'è UNA MAREA di fan service.

Avevo sentito parlare molto, molto, molto bene di questo gioco, salutato un po' dappertutto come uno dei primi giochi "seri" specificatamente progettati per iOS. Ma anche come uno dei primi giochi validi a tutto tondo per la piattaforma, in grado di non far rimpiangere i giochi per console e PC. E anche come un'opera d'arte capace di affascinare con la sua estetica grafica e sonora. Alla fine sono riuscito anch'io a provarlo e finirlo e devo dire che sì, Superbrothers: Sword & Sworcery EP è un ibrido tra avventura grafica e puzzle game (con una spolveratina di action) decisamente notevole, anche se non privo di difetti.

La particolarità di questo platform è che il protagonista può staccarsi braccia, gambe e perfino il busto per risolvere i puzzle che si ritrova davanti... suona cruento, ma in realtà lo stile del tutto è molto gommoso e cute.

La terza stagione di Chuck è stata quella della rottura: dopo aver rischiato la chiusura, gli sceneggiatori hanno tentato la carta del protagonista che da nerd sfigatissimo diventa una specie di super ninja grazie alle meraviglie della tecnologia. La cosa all'epoca non mi piacque molto: l'attore che interpreta Chuck, Zachary Levi, lo trovavo inadatto ai limiti dell'imbarazzante per un ruolo action "serio", e così finii per abbandonare il telefilm... ma qualche giorno fa sono tornato sui miei passi e dai, in fondo è sempre una serie piacevole.

Cosa cerca davvero chi legge una recensione? Vuole informarsi su un prodotto, essere aiutato nel decidere se spendere i suoi sudati risparmi per comprare il gioco A o vedersi il film B? A volte è così, ma spesso c'è dell'altro. Spesso chi legge una recensione una sua opinione ce l'ha già - che derivi da esperienza diretta, o dall'esposizione a news, anteprime e markettume vario - e l'unica cosa che vuole è che questa opinione gliela si confermi e convalidi.

Continua il periodo negativo per gli indie XBox, per cui il mio consiglio è di fiondarvi su Escape Goat se non l'avete già fatto, e di attendere tempi migliori. Se siete invece degli stoici immuni al brutto, vi attendono un puzzle game carino ma che se era su cellulare era meglio, un twin stick shooter con gli zombie che ci ricorda che la grafica isometrica aveva un suo perché, un gioco Silver Dollar di quelli fatti con le scuregge, uno squalo che vorrebbe fare il delfino, e un clone di Snake senza vergogna.

Forte della mia quindicina di ore di gioco, la mia idea per ora è che The Elder Scrolls V: Skyrim è in un certo senso la versione fantasy di Grand Theft Auto: un gioco enorme, che offre un miliardo di cose da fare, e che prevede innumerevoli minuzie e dettagli secondari in cui perdersi. E, mentre ci si perde in questo mondo, si finisce pure per perdonargli il fatto che invece le robe fondamentali - il sistema di combattimento in primis - funzionano davvero, davvero, davvero maluccio. Anzi, alla fine dai e dai si può addirittura arrivare a farsi piacere i legnosi scambi di legnate con orchi, draghi, elfi e banditume vario.

Se seguite Destructoid avrete visto che negli ultimi tempi tra le sue pagine sono stati assegnati un po' di voti controversi: Gears of War 3 s'è preso un 8, a Batman: Arkham City è andata un po' meglio con un 8 e mezzo, mentre a Battlefield 3 è toccato un 7 e mezzo a cui ha fatto seguito una certa bagarre.

Autore di tutte e tre le recensioni Jim Sterling, uno che un po' ci è e un po' ci fa (suo anche il famigerato 10 a Deadly Premonition). Jim si è sempre difeso dicendo che un sette, o un otto, non sono brutti voti, anzi, sono votoni che solo una percezione distorta ed errata da parte di chi legge può far considerare come bassi. Il ragionamento potrebbe anche filare, se non fosse per un piccolo dettaglio...

Come non dicevano gli antichi "in medio stat mediocritas" e i cinque giochi di oggi lì stanno, nel limbo tra il non essere davvero belli e il non essere davvero brutti. Un post tecnico e di transizione quindi, che in attesa della chiamata ai download ci porta oggi uno sparatutto 3D spaziale online, uno strategico a turni con gli esagoni, un platform che è bello ma anche brutto, un altro platform che è brutto ma anche bello, ed un twin stick shooter con gli zombie che non sono zombie.

Questa domenica carinissimo puzzle game isometrico realizzato da Nicalis (gli autori di Cave Story e La-Mulana). In CaveTrek ci si fa strada ponderando attentamente i propri passi per evitare trappole, superare ostacoli, attivare meccanismi, spostare blocchi, raccogliere chiavi e così via, il tutto cercando sempre di non rimanere incastrati in situazioni senza via d'uscita. Ottima grafica (ma un po' pesante se non avete un PC abbastanza potente, grazie Flash), gameplay estremamente cerebrale, ritmo brioso, insomma pollice in su!

Oggi un po' di ritorni eccellenti: tornano gli sviluppatori di Adventures of Shuggy con un platform strambo ma bello, tornano gli sviluppatori di Parasitus: Ninja Zero con un action ancora più bello da vedere e ancora più buggato da giocare, e tornano gli spagnoli di Milkstone Studios con quello che potrebbe essere un minigioco all'interno di Call of Duty. Titoli di coda per un twin stick shooter zombie bruttino ma volenteroso, e per un twin stick shooter vasosanguigno bellino ma sgarrupato.

Siamo nel 2008 e, nel pieno fiorire della moda zombie, anche Garth Ennis decide di dire la sua con una miniserie di dieci numeri. La particolarità di Crossed è che gli infetti non sono esseri privi di volontà e coscienza, bensì delle persone "normali" che però hanno perso ogni forma di autocontrollo e si lasciano andare ad ogni più minimo istinto violento o perverso - insomma, si trasformano in una versione estrema del T.C. di Preacher.

Leggo su Destructoid il solito post oltraggiato di Jim Sterling, che si scandalizza per il "Gamebreaker Pack", DLC per Dead Rising 2: Off the Record in vendita al costo di cinque dollari circa. La particolarità di questo DLC è che l'unica cosa che fa è aggiungere una serie di cheat mode al gioco - i trucchetti che da sempre siamo abituati ad attivare con qualche combinazione di tasti, adesso Capcom ce li vende separatamente come fossero un'espansione di gioco qualsiasi.

Il più bello della festa di oggi è un clone acquatico e visto dall'alto di WipEout, che purtroppo ha qualche problemino di framerate - figuratevi gli altri allora: un giochino rimbalzello con le stelle, un clone di Minecraft con gli zombie e i fucili a pompa (bella l'idea, ma si blocca ogni due secondi), un clone di Angry Birds con le zucche di Halloween, e per finire un gioco francamente psicotico.

La terza stagione di Misfits - lo si sapeva già - sarebbe stata segnata dall'assenza di Nathan, vero personaggio simbolo delle due stagioni precedenti. Per questo le prime puntate del post Nathan erano attese al varco, col palpabile timore che la serie non avrebbe retto il colpo. E che dire insomma, l'accendiamo? Per alcuni no, decisamente no, ma secondo il sottoscritto invece abbiamo un grande, insperato, granitico SÌ.

Qualche giorno fa, all'interno del gruppo Retrogame & Retrogamer su Facebook, qualcuno faceva notare come la copertina di Planet of Death, avventura testuale dell'82 per il perfido Spectrum, fosse uguale alla copertina del ben più famoso Agony, shoot'em up del '92 per Amiga.

Recensopoli ha indagato su questa singolare coincidenza, e ha scoperto delle inquietanti verità...

L'atmosfera, ci vuole L'ATMOSFERA! Gyossait è un platform in cui si controlla un demone intento a ricongiungersi con la sua amata... o no? Pixel art splendida e oscura, sonoro inquietante e morboso, narrazione intrigante e pervasiva... unico neo (ma neanche tanto, a ben guardare) l'inerzia un po' imbizzarrita dei movimenti del protagonista, che bisogna imparare un attimo a padroneggiare... ma ne vale la pena.

Boris racconta il dietro le quinte de "Gli occhi del cuore", fantomatica fiction della televisione italiana alla cui realizzazione partecipa un coacervo di incapaci e raccomandati. Dopo averne sentito tanto ben parlare - in primis dall'esimio collega, che a suo tempo recensì il film - finalmente ho trovato anch'io il tempo di vedere questa serie, e non posso che unirmi al coro dei suoi estimatori, forte della consapevolezza che gli estimatori di Boris sono i Roberto Saviano degli estimatori di telefilm.

Il menù di oggi finalmente prevede una primizia: un puzzle platform dal look retro, dalle meccaniche classicheggianti e dalla realizzazione impeccabile, che ha come protagonista un caprone cuggino della mucca lillà. Gli fanno compagnia un platform satireggiante apprezzabile, un thriller psicologico con meccaniche da twin stick shooter, la versione poverissima di Trials HD, e un clone scattosissimo di Defender.

Come s'era già detto qualche giorno fa, ogni volta che esce un platform dove si salta e ci si aggrappa a delle sporgenze non si fa a tempo a dire "ma che caz" che subito parte il "oh ma È PROPRIO UGUALE a Prince of Persia, Another World e Flashback, i tre PLATFORM GEMELLI dell'epoca 16 bit!!!".

NO, NO e ancora NO: Prince of Persia, Another World e Flashback avevano sì qualche similitudine, ma erano anche divisi da PROFONDISSIME e INCONCILIABILI differenze.

Pure Pwnage è stata una delle prime webserie "geek" di successo, forse addirittura la prima. Purtroppo col tempo le cose non sono andate per il meglio: uno degli attori è morto in un incidente, e il passaggio da webserie a serie TV vera e propria non ha dato i risultati sperati, dato che lo show non è stato confermato per una seconda stagione.

A tutti gli effetti Pure Pwnage è in stallo ormai dal gennaio di quest'anno, e le chance di vedere nuovi episodi sembrano piuttosto risicate. Qualche giorno fa però è uscito questo Zombie Apocalypse: Never Die Alone, clone così così di Dead Nation (che a sua volta era la copia venuta bene del primo Zombie Apocalypse) in cui uno dei protagonisti - anzi, il protagonista principale - è proprio il Jeremy di Pure Pwnage.