Come dice Clint Eastwood, "le opinioni sono come le palle: ognuno ha le sue". Nel mondo dei videogiochi (ma non solo) le opinioni - di tutti e su tutto - si sprecano, e spesso il confuso lettore non sa a chi dar retta e soprattutto come interpretare ciò che legge.

Per fortuna il sottoscritto, dopo anni e anni e decenni di letture di recensioni, è finalmente arrivato a formulare una tassonomia dei vari tipi di recensori / blogger / opinionisti / commentatori che può capitare di leggere in giro...

IL CONTROVERSO

Il controverso ama avere opinioni forti, e per questo le sue recensioni sono piene di iperboli, principalmente in negativo: ogni difetto viene magnificato e dileggiato, diventando oggetto di elaborate metafore ricolme di sarcasmo, specialmente se si parla di giochi di alto profilo.

Spesso i suoi scritti si rivelano estremamente divertenti da leggere, ma altrettanto spesso è evidente come il controverso tenda a spendere più tempo a inventarsi battute piuttosto che a provare i titoli che recensisce.

Quando il controverso si innamora di qualche titolo, la cosa fa notizia. Se non gli va mai bene niente, per una volta che un gioco gli piace deve trattarsi per forza di un giocone, no? Peccato che invece quasi sempre si tratti di schifezze che solo lui apprezza, e che magari apprezza solo perché si tratta di titoli oscuri e che non tutti conoscono, che gli provocano l'orgasmo da "scopritore di diamanti grezzi". E allora giù a tessere lodi del simulatore di capostazione in pensione, o del gioco di pesca acrobatica d'alta montagna...

La dura lotta in trincea

L'AMEBA

L'ameba è, per certi versi, l'antitesi del controverso. In ciò che scrive non c'è mai un'incazzatura, una battuta un attimo più pepata, o anche semplicemente un briciolo di sincera passione. Magari il gioco se l'è provato a fondo, e alla fine nella sua recensione lo descrive in maniera puntuale e precisa. Il problema è che, proprio perché scrive in maniera così anonima, quella recensione saranno in pochi a leggerla, e ancora in meno ad apprezzarla.

Se il controverso fa notizia quando s'addolcisce, l'ameba invece stupisce tutti quando s'incazza. "Ma come, era sempre così gentile con tutti, non ha mai fatto male a una mosca..." E invece no, in quelle occasioni l'ameba tira fuori tutto il veleno che ha accumulato in anni di "è un gioco con un suo perché" invece di "è un gioco dimmerda", di "piacerà agli appassionati" invece di "solo dei rincoglioniti si comprerebbero 'sta cagata".

Solitamente però quando l'ameba s'incazza finisce pure per esagerare, così che la volta dopo, sentendosi in colpa, sarà ancora più soft e mollicoso di prima.

"Mmm, sì, ma in fondo anche no, diciamo un forse, dai...!"

L'IMPEDITO PARACULO

L'impedito paraculo è, appunto, una pippa abissale che non sa neanche da che lato impugnare un joypad, ma, sapendo che il mondo del gaming è spietato coi deboli, distoglie l'altrui giudizio con un misto di pietismo e di scaricabarilismo paraculo.

Ad esempio, se parla di un picchiaduro, il suo commento tipico esordirà con un "mah, io ammetto di non capirne un cazzo di picchiaduro e di premere i pulsanti a casaccio": questa è la parte pietistica, che serve a dire "tutti abbiamo le nostre lacune, e io lo ammetto per cui sono fico". A questo punto l'impedito, sicuro di essersi guadagnato le simpatie del suo pubblico, ci infila la paraculata: "ma questo gioco è troppo complicato, all'inizio ti fa andare avanti tranquillo, ma da un certo punto in poi non basta più premere pulsanti a cacchio!", che è come dire "non sono io che sono una pippa, è il gioco che è fatto male!".

La cosa buona è che quando ti trovi in difficoltà perché non sai a cosa far giocare il cuginetto di 3 anni, ti basta pensare ai giochi preferiti da questo tipo di recensore per andare sul sicuro.

"'sta caz di tastiera non va!"

IL LAMENTOSO

Il lamentoso potrebbe di primo acchitto essere confuso con il controverso, dato che entrambi hanno la tendenza alla critica facile. Ben presto però ci si accorge che, mentre il controverso ha una sua - pur malata - coerenza, il lamentoso invece è puro sbuffo allo stato brado.

Lo riconosciamo grazie al fatto che è impossibile capirne i gusti, mentre invece è facilissimo intuire come tutto lo disgusti, indistintamente: "che palle i giochi corti, li voglio lunghi!", "che palle i giochi lunghi, li voglio corti!", "che palle i giochi difficili, li voglio facili!", "che palle i giochi facili, li voglio difficili!", etc etc.

Il lamentoso ha una forte tendenza all'aggregazione: si riconosce subito con gli altri suoi simili e forma dei branchi che pascolano solitamente nei forum e tra i commenti dei blog. Spesso questi aggregati rimangono silenti e riescono a mimetizzarsi in maniera relativamente efficace nella folla, ma basta lanciargli un'esca (tipo "non se ne può più di questi giochi troppo facili!", oppure "non se ne può più di questi giochi troppo difficili!", è lo stesso) per vederli scattare all'unisono, come un sol uomo, con gli occhi iniettati di sangue e il petto rigonfio di giusto sdegno.

Un lamentoso impegnato in un flame da forum in orario d'ufficio

IL POSER

Il poser è difficile da individuare, perché non segue uno schema preciso. Solo un osservatore attento può riuscire a notare che, alla fine, il poser si caratterizza per non avere una propria identità.

Tutto ciò che dice e scrive, infatti, l'ha già detto e scritto qualcun altro: il poser non ha mai una sua opinione genuinamente personale e fuori dal coro, ed è incapace di fare osservazioni o riflessioni davvero originali. Il poser si limita ad annusare l'aria, a vedere dove tira il vento, e a seguire la corrente.

Se tutti hanno già criticato il gioco X, stai sicuro che arriverà pure il poser a tirargli un calcetto mentre è a terra. Se tutti stanno impazzendo in attesa del gioco Y, il poser non dimenticherà di sottolineare come lui fosse fan della saga già da anni e anni, non come i fan dell'ultim'ora, quei pezzenti.

"Yeah, ci sto dentro!"

L'INALFABETO

L'inalfabeto non solo non ha una propria identità: è anche incapace di crearsene una parvenza copiando qui e là.

Il problema dell'inalfabeto, infatti, è che non solo non sa scrivere, ma non riesce neanche a capire quello che scrivono gli altri. Per questo copia tutto ciò che gli passa davanti, parola per parola, lettera per lettera: gli mancano l'ingegno e il senso pratico del poser.

L'inalfabeto si riconosce in due maniere: la prima, più elegante e raffinata, consiste nel notare l'abissale differenza tra le parti che ha copiato, scritte bene, e quelle che invece ha dovuto giocoforza scrivere di suo pugno. La seconda, ovviamente, si limita all'utilizzo di Google.

Un'immagine di repertorio

L'OSSESSIVO ROMPIPALLE

La caratteristica dell'ossessivo rompipalle è che da un lato è espertissimo in un genere particolare di giochi - a volte anche di un gioco singolo - e dall'altro è una pippa astronomica in tutto il resto.

Non essendo un normale ossessivo, ma un ossessivo rompipalle, non può limitarsi ad apprezzare il suo - apprezzamento che, spesso, finisce per diventare di maniera - deve anche disprezzare ferocemente l'altro.

In effetti l'ossessivo rompipalle è la versione super saiyan del normale fanboy: mentre quest'ultimo si aggrappa a ragioni evanescenti nelle sue guerre di religione, l'ossessivo rompipalle invece devolve la sua vita all'approfondimento dei perché e dei percome ciò che piace a lui è meglio di ciò che piace agli altri. Si tratta comunque di uno sporco lavoro che qualcuno deve pur fare, perché altrimenti come faremmo a sapere, per dire, tutte le differenze tra i singoli capitoli dei vari Dynasty Warriors?

Indovinate l'ossessione di questo bel giovinotto

IL SUPERIORE

Il superiore ha, semplicemente, fatto voto di mantenere sempre il suo contegno sdegnoso. Per il fatto che non gli sembra andar mai bene niente potrebbe essere accomunato al controverso, ma in realtà per il superiore il controverso è più zozzo di un maiale che si rotola nel suo stesso letame.

No, il superiore critica in punta di fioretto e quando - molto raramente - apprezza, lo fa sempre tenendo il sopracciglio ben alzato. Come con il controverso, il problema sta nel capire quanto è sostanza e quanto, invece, atteggiamento.

Di sicuro però giocando ai titoli apprezzati da un superiore ci si sente a propria volta parte di un club esclusivo - fa niente che spesso i membri di questo club abbiano gli scaffali pieni di titoli "imperdibili" comprati al day one e poi neanche scartati...

È lui!

...e questo è quanto. Pensate che manchi qualche altra categoria? Vi siete rispecchiati in qualcuna delle tipologie di cui sopra e ora siete incazzati come bisce? Oppure avete l'amico che "guarda è preciso tale e quale a quello che hai detto"? Fate sapé!