Einhänder fu il prodotto di una delle occasionali incursioni di Square al di fuori del territorio degli RPG. Rilasciato a fine '97 in Giappone e nell'aprile del '98 negli USA (in Europa non arrivò mai in forma ufficiale),
Einhänder non ebbe un gran successo, ma riuscì comunque a guadagnarsi una discreta fama tra gli appassionati del genere.
Nel mondo di
Einhänder la Luna è stata colonizzata e, come prevedibile, le colonie sono entrate in conflitto con la Terra. Il protagonista del gioco è un pilota delle forze lunari spedito sulla Terra in una missione di ricognizione per testare l'ultimo ritrovato in fatto di navicelle spaziali lunari: l'
Einhänder.
Un incipit per nulla originale, ma che viene sviluppato in maniera davvero efficace durante il gioco -
Einhänder forse è l'unico sparatutto dove la narrazione ha - per una volta - un ruolo non completamente accessorio. Le varie cutscene e gli intermezzi tra un livello e l'altro trasmettono in maniera davvero efficace la sensazione di solo-contro-tutto-e-tutti tipica degli sparatutto a scorrimento, e i livelli stessi sono concatenati tra di loro senza soluzione di continuità, così che si ha un senso di progressione piuttosto che di "turismo" tra scenari scollegati.
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Einhänder è la volontà di potenza del singolo |
La realizzazione tecnica è eccellente e va a braccetto con la direzione artistica - invece di puntare su elementi organici, improponibili per le capacità 3D della prima PlayStation, il gioco sfoggia un'estetica fatta di spigoli e metallo, molto più consona alla potenza delle macchine dell'epoca, e pur essendo in 2D sconfina spesso in cambi d'inquadratura che sottolineano la spettacolarità di determinati momenti. La musica stessa segue sempre l'andamento dell'azione con brani techno che accompagnano in maniera egregia le sparatorie. Come ciliegina sulla torta, i caricamenti avvengono in maniera trasparente durante gli intermezzi tra i livelli.
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L'azione non si ferma mai |
Dal punto di vista del gameplay,
Einhänder rifugge la frenesia dei bullet hell per un approccio più ragionato - per quanto non manchino momenti da manicomio. La caratteristica più peculiare è la presenza, sull'astronave, di un braccio robotico che può raccogliere e utilizzare le armi lasciate dai nemici distrutti. Queste armi non hanno una durata infinita, per cui bisogna prestare una certa attenzione a scegliere l'arma giusta al momento giusto.
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Negli scontri coi boss avere l'arma giusta può fare la differenza... |
Il gioco offre tre differenti astronavi tra cui scegliere, più due segrete da sbloccare, e ognuna ha le sue particolarità - c'è quella che può usare due armi contemporaneamente, quella che può portarsene appresso tre tra cui scegliere in ogni momento, e così via. Ogni arma, inoltre, ha due modalità di fuoco distinte, a seconda che col braccio robotico la si posizioni in alto o in basso rispetto al corpo della navicella.
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Il lanciamissili, ad esempio, spara missili a ricerca solo se posizionato in alto |
Per il resto, a
Einänder non manca proprio nulla - boss di metà e fine livello, segreti e strade alternative, situazioni frenetiche e situazioni ragionate, armi di tutti i tipi e - pur senza mai discostarsi da un certo tipo di estetica - una grande varietà negli scenari. L'unica assente è la modalità cooperativa: si tratta di un titolo strettamente single player.
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Del resto giocando in due svanirebbe un po' l'effetto solo-contro-tutto-e-tutti |
In conclusione
Einhänder ha dimostrato che gli sparatutto a scorrimento possono evolvere anche in ambiti che non siano strettamente legati al gameplay, e che sono un genere che può offrire un'esperienza che non si limiti solo a mettere alla prova i riflessi. Purtroppo è rimasto un esperimento isolato, ma proprio per questo a maggior ragione si tratta di un titolo unico e, finora, irripetibile.
PRO:
Meccaniche di gioco profonde
Estrema cura per i dettagli
Narrazione coinvolgente
CONTRO:
Non ci si può giocare in due
Il sistema di gestione delle armi non è immediatissimo
È stato riproposto nel PSN giapponese, ma non in quelli USA ed europeo!
GIUDIZIO FINALE: 8
Un'epopea sparatuttara (sparatuttesca?).
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