Ha attraversato da protagonista un bel pezzo degli anni 90 del giornalismo videoludico, partecipando alla realizzazione di testate storiche come Game Power prima e Zeta poi. Ha contribuito a fondare il fu Nextgame.it (oggi Videogame.it) e ha diretto per anni Nintendo la Rivista Ufficiale. Eppure, nonostante questo curriculum, Zave (al secolo Mattia Ravanelli) non ha affatto uno stile da persona che scrive di giochini, anzi, i suoi pezzi sembrano uscire dritti da riviste come Rolling Stone. Se volete sapere come ci riesce, non vi resta che leggere qui di seguito...
Cosa cerchi di ottenere quando scrivi una recensione?
Dunque, bisogna innanzitutto chiarire che, almeno per quanto mi riguarda, una recensione nasce e si sviluppa diversamente a seconda del "mezzo" utilizzato. La stessa recensione proposta attraverso 4 pagine di una rivista o un blog/sito web va pensata diversamente. In linea generale, comunque, cerco sempre di scrivere in maniera semplice e, spero, efficace. Giri di parole e lessico arzigogolato non solo non sono nelle mie corde, ma nemmeno mi interessa che lo siano. Se un concetto può essere espresso in maniera facilmente comprensibile, non capisco perché lo si debba rendere più intricato in maniera artificiosa. Vedi alla voce: "cosmesi ludica", "iterazione" e via di questo passo.Che accorgimenti "tecnici" usi nello scrivere?
Questo non toglie che cerchi di allestire un pezzo che ha un senso, ovvero con un inizio, uno svolgimento e una conclusione. Non solo, quindi, un argomentare in maniera lineare (queste sono le caratteristiche, questi sono i pregi, questi sono i difetti, tanti saluti). Mi sforzo, per quanto mi è possibile, di individuare di un gioco il lato più caratteristico e interessante (se c'è, ovvio) e da lì parto per costruirci attorno l'articolo. Il cui intento ultimo è quello di essere sia informativo che, in un certo senso, emozionante. Se almeno in parte si riescono a tramutare in parole le sensazioni fornite dal gioco, allora è quanto di meglio si possa fare. O almeno: quanto di meglio possa fare.
Generalmente nessuno, sono assolutamente privo di qualsiasi capacità di programmare e "studiare" un articolo. Soprattutto nel caso delle recensioni tendo a scrivere tutto il "blocco" centrale di getto, preso dall'ispirazione del momento. Le recensioni dei giochi che più mi sono piaciuti sono nate spesso in piena notte, dopo gli ultimi secondi del gioco vero e proprio: appena l'ho finito, mi butto sul word processor del caso e via. Ogni tanto provo a prendere appunti mentre gioco, ma tanto finisce sempre che non li guardo nemmeno.Cos'è che proprio ti dà fastidio nelle recensioni altrui?
L'ispirazione da film, libri e musica, invece, esiste. Di solito la sfrutto per cercare il punto di partenza, provando a collegare il carattere principale del gioco (vedi risposta precedente) ad altre forme d'espressione già esistenti.
Quando si prova a scrivere come si crede di dover scrivere, improvvisandosi professorini della semantica e della supercazzola. Lo trovo dannoso e svilente per chi scrive.C'è qualcuno a cui ti ispiri?
Leggo sempre molto, soprattutto riviste e quotidiani, oltre a pubblicazioni specializzate in videogiochi. Non c'è nessuno a cui mi ispiro, diciamo semplicemente che a volte provo a utilizzare gli stili e i canovacci tipici di altri settori (musica in particolare, ma magari anche un bel pezzo sull'ultima partita di campionato).Vuoi aggiungere qualcosa?
Saluto tutti quelli che mi vogliono bene. Tutti e due!
Potete leggere Zave sul suo blog e su Twitter |
INTERVISTOPOLI: Come si scrive una recensione?
0 commenti:
Posta un commento