Con il PSN Pass il tema "giochi usati vs giochi nuovi" è tornato alla ribalta e Colin Moriarty di IGN UK (segnalato dal sempre ottimo Zave) scrive che in fondo è pure giusto che l'industria protegga i suoi interessi, e che quello dei videogiochi è l'unico settore in cui l'acquirente dell'usato pretende di avere lo stesso prodotto e la stessa esperienza dell'acquirente del nuovo. Ma le cose stanno davvero così?
Ora, i frignoni che vogliono tutto gratis stanno sulle scatole pure a me, però qui non solo si dimentica che l'usato aiuta le vendite delle novità, ma si ignora anche che in realtà chi compra un gioco usato a mesi o a volte anche solo a settimane dal lancio spesso (a parte alcune eccezioni notevoli) o si ritrova con una community online deserta, o rimane tagliato fuori dal grosso della community a meno che non si compri map pack e dlc assortiti, e quindi COMUNQUE ha un'esperienza di gioco monca.
Spesso l'esperienza online dell'"usato uguale al nuovo" è questa |
E più in generale, all'industria conviene questa battaglia contro l'usato? La distribuzione digital-only alla Steam non è ancora una realtà affermata, e se le grandi catene specializzate non potessero più lucrare sull'usato, potrebbero continuare a sostenere una rete di distribuzione (e, non dimentichiamolo, di promozione) capillare come quella odierna? E in fondo la politica dei prezzi dell'usato (relativamente alti) delle grandi catene, non favorisce forse ragionamenti del tipo "massì, spendo 10 euro in più e ce l'ho nuovo"?
Siamo sicuri che l'usato sia davvero la terribile piaga per l'industria che i publisher descrivono? |
Sapevo che nel nuovo resident evil, la capcom voleva fare in modo che una volta iniziato il gioco non si potesse più riscrivere sopra. Cosa che (pare) farà solo li... con lo scopo di evitare qualcosa che è legale. Cioè la vendita di giochi usati...
RispondiEliminaInfatti quella è stata una mossa davvero assurda, non capisco come gli sia venuta...!
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