Negli episodi precedenti: il sottoscritto, alla tenera età di 11 anni, mise per la prima volta le mani sui 4 dischetti con scritto IL SEGRETO DI MONKEY ISLAN, ignaro di come quel gioco in futuro avrebbe influito pesantemente su gran parte delle scelte d'acquisto affrontate nei negozi di videogiochi. Ancora non era nato un vero e proprio amore verso l'universo delle avventure grafiche, ma molti pomeriggi passarono a trasformare Guybrush in un pirata su Amiga, e a eliminare una maledizione voodoo su PC.
Al terzo appuntamento si dice che è il momento del primo bacio, vediamo allora cosa successe con Indiana Jones and the Last Crusade.
In quegli anni il fenomeno Indiana Jones era esattamente come oggi, ossia se ne parlava, si canticchiava il motivetto e non esisteva anima viva che non sapesse di cosa si trattasse, anche se magari non avevano mai visto i film. Un po' come per Guerre Stellari, un po' come per Ritorno al futuro, gli anni 80 ci lasciarono delle saghe indimenticabili, che raramente trovarono qualcosa all'altezza nei periodi successivi. Escludendo il boom fantasy degli anni 2000 con Il Signore degli Anelli e Harry Potter, non mi vergogno a dire che non sono uscite altre saghe degne di nota (ancora 'sto Matrix? ebbasta!).
Certo, mediamente il cinema di questi anni, a livello di intrattenimento, è stato nettamente superiore a quelli prima degli anni 90, ma se si cancella Jack Sparrow, chi riesce a svegliare quel bambino sopito sotto il peso di lavoro e studi?
Esiste un legame molto più stretto di quanto possa sembrare... (vedi titoli di coda di Monkey Island) |
Ovviamente, da grande amante della saga, che purtroppo vidi completata solamente quando uscì il terzo film in tv attorno al 1992, feci di tutto per avere una copia di quei dischetti. Così, convinto di comprare il gioco a scorrimento, quello alla Super Mario, andai dal solito rivenditore che, fingendo di avere capito che gioco volessi, mi copiò i 3 dischetti dell'avventura grafica. Escludendo la simpatica presentazione, potrete immaginare che delusione provai a scoprire che avevo davanti l'altro gioco, quello complicato.
Nel gioco originale questa volta il sistema di protezione consisteva in un foglio non fotocopiabile e leggibile solo con una lente rossa |
Ora, è importante sapere che a quell'età e con le conoscenze videoludiche di un bambino di 11 anni che aveva da poco abbandonato il Commodore 64, l'arcade di Indy sembrava un capolavoro indiscutibile. E con tanta pazienza giocavo e rigiocavo le stesse parti nella speranza di non farmi uccidere o di non cadere per colpa di una pessima programmazione. Complice anche l'aiuto dei cheat trovati sulla rivista K, riuscii a portare a termine il gioco, che nonostante tutto riuscì a gratificarmi.
Rigiocarci dopo 20 anni è stato come scoprire che l'enorme orsetto con cui dormivi da piccolo in realtà era alto appena 20 cm |
Il terribile pianoforte di teschi! |
Non potevo aspettarmi però che poco dopo avrei incontrato uno dei punti più difficili e assurdi della storia delle avventure Lucas: IL CASTELLO. Abituato a Monkey Island, dove non si poteva morire, vedendomi davanti a una serie di estenuanti combattimenti e di ricerche difficili da comprendere, mi trovai completamente bloccato, nonostante la soluzione sotto mano. Non riuscivo proprio a vincere certi combattimenti. Ma avevo sbagliato soluzione. Più tardi, in un altro sito, scoprii come evitare il maggior numero di combattimenti con l'astuzia. E finalmente arrivai al finale.
Fu un'esperienza principalmente nostalgica, legata molto alla passione per il personaggio, più corta e semplice di quanto mi sembrasse, eccessivamente fedele al film, ma comunque divertente e piacevole.
Brividi e gioia ad ogni scena in cui partiva il tema principale di Indy |
Graficamente era tutto colorato e piacevole, meglio delle precedenti avventure. Con Last Crusade venne introdotta la visuale dall'alto nelle mappe di gioco, in modo sensibilmente differente rispetto alle inquadrature in lontananza viste in Zak McKracken.
Nelle incarnazioni precedenti l'impatto grafico era un po' differente |
Dunque ancora non era nato un vero e proprio amore per le avventure grafiche, ma passarci insieme così tanto tempo sicuramente aiutò.
Nella prossima puntata: Indiana Jones riprende frusta e cappello 16 anni prima del suo incontro con i teschi di cristallo e lo fa nel miglior modo possibile.
BONUS SOLUZIONE:
Nel 2011 la rivista K non c'è più e le soluzioni si trovano in formato video:
BONUS MANCANZE:
Peccato non aver mai avuto un FM Towns, dove sembra che le vecchie avventure Lucasfilm venissero trattate veramente bene a livello tecnico:
Eh, l'FM Towns... Era un POCHINO potente, come computer.
RispondiEliminaDiciamo una delle tante ragioni per scegliere di nascere giapponesi... ;)
http://it.wikipedia.org/wiki/FM_Towns
Leggervi è sempre un piacere e mi immergo nei ricordi ragazzi. Anche le avventure Indiana Jones erano qualcosa di eccezionale. Vaste, longeve, profonde, belle da vedere, da giocare e da seguire (si, mi divertivo anche a vedere giocare chi ne capiva di più hehehe).
RispondiEliminaguardando la confezione originale volevo banfarmi del fatto che, da buon intenditore quale sono, ho comprato su ebay dall'america la confezione americana (solo la confezione, senza il gioco), perchè solo in america, e solo nella primissima edizione, c'era in omaggio una piccola replica del diario del graal, che conteneva informazioni sul gioco, concept art e una serie di indizi, per poterlo consultare proprio come faceva indy nel film.
RispondiEliminauna perla.
grazie come al solito a lancil9 e bruno :)