In questo post della serie A History of the Amiga (reperibile come al solito in lingua originale qui), Jeremy Reimer di Ars Technica ci parla dei ritocchi finali prima di immettere definitivamente l'Amiga sul mercato.

Non mancarono imprevisti dell'ultimo minuto, compreso un improvviso voltafaccia che fece sì che alcune caratteristiche avanzate del progetto originale del sistema operativo (chiamato CAOS) venissero abbandonate per far uscire la macchina in tempo sul mercato.

FINALIZZARE IL DESIGN

Un gran vantaggio del far parte di una grande società di computer era che il team Amiga non doveva più (almeno per il momento) avere preoccupazioni economiche. Il team si spostò di 10 miglia traslocando in un ampio impianto in affitto presso Los Gatos, in California. Potevano permettersi di assumere altri ingegneri, ed il team di sviluppo software passò dall'avere una sola workstation Sage condivisa da 10 persone all'avere una workstation SUN personale per ogni scrivania.

L'afflusso di risorse aveva reso il rilascio dell'Amiga una possibilità, ma bisognava comunque correre contro il tempo per finire il computer prima che la concorrenza s'impossessasse del mercato.

Mentre l'hardware era quasi finito, salvo alcuni ritocchi che Jay Miner ed il suo team avevano già programmato, il software (come spesso accade nello sviluppo di alte tecnologie) stava rimanendo indietro con le scadenze. Il microkernel, conosciuto come Exec, era quasi completo, grazie all'eccezionale lavoro di Carl Sassenrath, ed anche la GUI stava venendo su bene, costruita intorno alla struttura creata da RJ Mical (per un po', il suo nuovo biglietto da visita alla Commodore riportò "Direttore dell'Intuizione").

Tuttavia, era necessario un terzo componente per completare il quadro. Exec, come i microkernel moderni, si occupava della gestione di base della memoria e dei task, ma c'era ancora bisogno di un altro componente che si occupasse di robe più ordinarie come il file system ed altre funzioni del sistema operativo.

IL DISASTRO DEL CAOS

Originariamente, questo terzo componente era stato chiamato CAOS, che stava per Commodore Amiga Operating System. Carl Sassenrath, il programmatore di Exec, aveva scritto le specifiche di progettazione di CAOS, che includevano caratteristiche di alto livello quali un file system avanzato ed un sistema di resource tracking. Quest'ultimo serviva a tenere traccia di cose come i blocchi di controllo, i blocchi di I/O, le porte messaggi, le librerie, l'uso della memoria, i dati condivisi, e gli overlay, e a liberarle in caso un programma si chiudesse inaspettatamente. Dato che gli ingegneri software Amiga erano già indietro con le scadenze, avevano affidato alcune parti dello sviluppo di CAOS ad una terza parte. Tuttavia, come spesso accade col software, lo sviluppo si scontrò con alcuni ostacoli imprevisti.

Nelle parole dell'ingegnere Commodore Andy Finkel, il gruppo dirigenziale "decise che non sarebbe stato possibile completare CAOS e riuscire comunque a lanciare Amiga in tempo, specialmente dato che i tizi del software avevano già rinunciato ai finesettimana a casa. E alle loro case in generale. Ed al sonno."

La mancanza di tempo non era l'unico problema. La terza parte che stava collaborando allo sviluppo di CAOS venne a conoscenza del fatto che Amiga Inc. era stata acquisita dalla Commodore, ed improvvisamente chiese molti più soldi di quanto originariamente accordato. Secondo RJ Mical "la Commodore cercò di negoziare con loro in buona fede, ma alla fine non se ne fece più nulla". Mical fu molto infastidito dalla cosa: "Quei tizi fecero proprio una mossa da stronzi".

TRIPOS ALLA RISCOSSA

Quando l'accordo per il CAOS fallì, il team Amiga ebbe all'improvviso bisogno di un sistema operativo di rimpiazzo. La risposta a questo bisogno assunse la forma del TripOS, scritto dal dr. Tim King all'Università di Cambridge negli anni '70 e '80, e successivamente portato sul PDP-11. Il dr. King formò una piccola società chiamata MetaComCo per riscrivere velocemente il TripOS per l'Amiga, dove divenne conosciuto come AmigaDOS.

L'AmigaDOS aveva molte delle funzioni del CAOS, ma era un rimpiazzo inferiore. Nelle parole di Mical: "Il loro era un codice da università, focalizzato più sulla purezza teorica che sull'ottimizzazione delle prestazioni". AmigaDOS inoltre non aveva il resource tracking, il che danneggiava la stabilità complessiva del sistema. Questa mancanza ebbe ripercussioni che si sentono ancora oggi: l'ultimissima versione di AmigaOS per PowerPC a volte ha ancora problemi nel liberare tutte le risorse usate da un programma che si sia chiuso inaspettatamente.

È interessante notare che il TripOS (e quindi l'AmigaOS) era scritto in BCPL, un predecessore del C. Le versioni successive del sistema operativo sostituiranno il BCPL con una combinazione di C ed Assembler.

Con il kernel, l'OS e la GUI pronti, e dopo i ritocchi dell'ultimo minuto ai chip custom, tutto ciò che rimaneva da fare era progettare un case per il sistema, che era stato chiamato Amiga 1000. Jay Miner sentiva che sarebbe stato appropriato avere le firme di tutti i 53 membri del team Amiga - sia i dipendenti di Amiga Inc. che gli ingegneri della Commodore che si erano uniti successivamente - preservate all'interno del case del computer. Sia Joe Pillow che Mitchy, il cane di Jay, firmarono il case, a modo loro.

Rimaneva solo un potenziale ostacolo al rilascio dell'Amiga 1000: la decisione riguardante la quantità di memoria RAM da inserire nel sistema. La Commodore, preoccupandosi del prezzo, voleva commercializzarlo con soli 256KB. Sapendo che il sistema operativo e la GUI avevano bisogno di più memoria, Jay insistette per commercializzarlo con 512KB. Le due parti non riuscirono ad accordarsi, per cui arrivarono ad un compromesso: l'Amiga sarebbe stato commercializzato con 256KB, ma avrebbe avuto uno slot di espansione facilmente accessibile sulla parte frontale, che avrebbe potuto accomodare più memoria. Jay avrebbe detto successivamente che aveva dovuto "mettere il suo lavoro in gioco" solo per convincere la Commodore a includere la porta d'espansione.
Il design finale dell'Amiga 1000
Ora che tutti i pezzi erano al loro posto, la Commodore decise di annunciare l'Amiga al mondo. Per la prima volta nella storia della società, la dirigenza decise di togliere ogni freno. L'annuncio dell'Amiga sarebbe stata la più lussuosa e dispendiosa dimostrazione di un nuovo prodotto nella storia dei personal computer.

BONUS METTICI LA FIRMA EDITION:
Le firme del team all'interno del case dell'Amiga 1000 (immagine tratta dal sito francese Obligement):
Notare la zampa di Mitchy
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