Quanto può interessare cominciare un gioco nato come trilogia di cui al primo titolo non è mai stato dato un seguito? Quante speranze di riuscita può avere un team capitanato da un disegnatore? Per la prima domanda possiamo sperare che presto o tardi qualcuno decida di mettere i soldi per fare i seguiti (chi ha detto Duke Nukem?). Alla seconda... beh, se il disegnatore ha lavorato per anni alla LucasArts, regalandoci le animazioni di The Dig e Curse of Monkey Island, allora un po' d'esperienza ci dovrebbe essere. Ahinoi, purtroppo i soldi non sembrano arrivare e il gioco che sto per recensire mostra i suoi peggior difetti... nelle animazioni.
In quest'epoca di pazzi ci mancavano gli idioti dei vampiri.
Dopo ben 5 anni dall'annuncio, anche in Italia arrivò A Vampyre Story, il gioco che, si diceva, avrebbe riproposto i fasti della saga di Monkey Island. Mai stanchi di farci le saghe, noi becconi, estraendo 29 euro dalle nostre tasche, decidemmo di comprare quest'avventura, sicuri che l'ironia l'avrebbe fatta da padrona e che un personaggio più scadente di Brian Basco non sarebbe mai più potuto nascere. Per fortuna, da questo punto di vista non siamo rimasti delusi.
A Vampyre Story riesce a rievocare le atmosfere della prima parte di Curse of Monkey Island con tutti i suoi pregi e i suoi difetti. Abbiamo di fronte infatti degli scenari disegnati divinamente, magari non troppo ispirati ma perfettamente colorati e dettagliati per catapultarci nella Draxsilvanya... la Draxsilvanya... già...
Come prevedibile il gioco prende ispirazione dalle molteplici incarnazioni dei più famosi racconti di Dracula, riempendo lo schermo e i dialoghi di riferimenti ai vampiri di Bram Stoker. Quindi state pur sicuri che l'aglio non sarà gradito e che potrete trasformarvi in pipistrello ogni volta che ce ne sarà necessità. La storia fortunatamente rimane abbastanza originale, e guidando una cantante d'opera che non si è accorta di essere stata trasformata da tempo in vampiro dal malvagio barone Shrowdy, passeremo tre quarti del gioco a cercare una via di fuga dal castello dove siamo prigionieri.
Vampiri e cimiteri? Wow, mi hai convinto! |
A questo punto uno potrebbe dire: beh, c'è Bill Tiller, chissà che figata di animazioni. E invece no, perché davanti a piacevoli fondali 2d, ci sono personaggi 3d molto meno riusciti e integrati in malo modo nello sfondo.
No, sul serio, è un'immagine di gioco, non un collage fatto male |
Gli enigmi sono pochi ma piuttosto complessi e l'usa questo con quello è spesso insensato, quindi anche qui si finirà per provare tutto con tutto per uscire dai punti morti.
In conclusione posso assicurare che senza questo gioco il mondo delle avventure sarebbe rimasto lo stesso, e che senza un seguito alla produzione, siamo davanti a qualcosa di veramente insensato. Nessuno ama le saghe senza la gioia del finale! Aboliamo per sempre il ludus interruptus.
Mi piace proprio il tuo stile, personale quanto quello di Diduz.
RispondiEliminaMa se non ha ancora pubblicato il secondo della "quadrilogia" (Bill da subito è arrivato a parlare di un AVS4!!!) come è possibile, secondo te, pensare già al prequel "A Vampyre Story: Year One"?
O il 2 sarà una cacata, quindi urge qualcosa per giustificare il prosegui della storia, o il prequel nasce da avanzi di programmazione...
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